Description de l'episode
Il terzo episodio tratto dal manoscritto “Storie del mio paese” ci riporta all’elemento - essenziale in ogni scrittura creativa - dell’onestà dell’autore.
Non fosse bastato nei due episodi precedenti, Giovanni Pellegrini ribadisce qui in piena innocenza quest’elemento che innerva i fondamenti dell’attività di chi scrive.
Nell’onesta e schietta ricerca di sé stesso lo scrittore creativo, sia esso poeta o narratore, si profonde infatti nel continuo approfondimento della conoscenza della propria anima pescando e cercando nei propri ricordi, desideri, sogni, sensazioni e in mille altri pensieri; e nel medesimo atto del comporre mette a disposizione di chi legge ciò che ha trovato e incontrato.
Giovanni Pellegrini, almeno in alcuni tratti, fa addirittura di più; riesce cioè a sognare, e a farci sognare, i propri ricordi.
Così, quella semplicità e profondità del ricordo sa ricomprendere in sé anche l’eredità di quella profonda ironia campagnola e toscana sedimentata in secoli di civiltà agricola; fino a raggiungere il termine della vita attuale, al definitivo tramonto della memoria che si poteva condividere anticamente in quei luoghi e allo scorgere del novo orizzonte che, nel presente, resta ancora confuso.
E in ogni elemento che s’ ascolta tra passato e presente, emergono - anche se in modo tenue e accennato - l’ ansia e il desiderio che il futuro possa mantenere e far crescere quello che resta, in originalità e unicità, del patrimonio di vita che Giovanni ha ricevuto in eredità.
Introduzione di Filippo Roncaccia Testo e voce di Giovanni Pellegrini
Nell'immagine: un pennato toscano, attrezzo citato nel racconto.
Musiche: Valse musette Tiersen style, Jo Brunenberg - Si tu vois ma mère, Sidney Bechet - Indifference, Dominique Paats